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mercoledì 24 luglio 2019

Facciamo chiarezza sul caso Einstein-De Pretto

Salve a tutti Gaussiani e benvenuti in questo nuovo articolo dal vostro Dottor Uranium di fiducia.
Oggi, parleremo di una famosa formula che si trova al centro di una diatriba sul web da anni or sono, facente parte della Teoria della Relatività Ristretta di Albert Einstein.
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LET'S START

Correva l'anno 1999, quando un docente di storia della matematica dell'università di Perugia di nome Umberto Bartocci, pubblicò un libro dal titolo:
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Il libro di Bartocci
Codesto libro generò molto scalpore, di cosa parlava il suddetto libro? Semplicemente, la formula di Albert Einstein che noi conosciamo:
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E=mc^2, presente nella relatività generale
non fosse farina del suo sacco, ma apparteneva a un agronomo, geologo e fisico autodidatta italiano chiamato: Olinto de Pretto.
Quest'ultimo avrebbe pubblicato la presunta "formula" 2 anni prima della Teoria della Relatività Ristretta (1905) nel 1903.
E subito nei forum dei sostenitori dei complotti sono partite calunnie nei confronti di Einstein, anche accuse di plagio, quando in realtà non si hanno prove che Albert Einstein abbia avuto a che fare con De Pretto.

CHI ERA OLINTO DE PRETTO?
Olinto De Pretto
Nato nel 1857 a Schio (provincia di Vicenza), sesto figlio di Pietro Giuseppe un rinomato architetto e di Angelica Boschetti, Olinto condivideva con il suo fratello maggiore Silvio de Pretto (primo dei 7 sette figli), interessi scientifici sin dalla tenera età. Si laureò in Agraria all'Università di Milano e divenne assistente alla Scuola di Agricoltura di Milano.
Nel tempo libero si cimentava nello studio della geologia e della fisica e diventò amministratore della società ingegneristica "De Pretto e C", fondata dal fratello Silvio nel 1885 e che nel 1920 assumerà il nome di "De Pretto-Escher Wyss".
Nel 1906, venne accolto nell'Accademia dei Lincei e il direttore dell'epoca Ernesto Mancini che era anche membro della Royal Society di Londra, chiese all'associazione di accettare i suoi documenti scientifici e l'associazione li inserì nel "Catalogo internazionale della letteratura Scientifica".

L'ESPERIMENTO DI MICHELSON-MORLEY

Nel 1887, 2 fisici Statunitensi Albert Abraham Michelson ed Edward Morley, in uno scantinato alla Case Western Reserve University, fecero un famoso esperimento che segnò la storia.
L'esperimento consisteva di utilizzare un interferometro per determinare l'esistenza del vento d'etere.
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L'interferometro di Michelson-Morley
Nel XIX secolo, era conosciuta solamente la natura ondulatoria della luce e che la suddetta (come il suono) utilizzasse un mezzo per diffondersi: l'etere luminifero.
Quest'ultimo doveva conciliare le equazioni del fisico scozzese James Clerck Maxwell con la relatività Galileiana.
L'esperimento non riuscì ad individuare il presunto "vento d'etere" che investiva la Terra con una velocità di 30 Km/s. 
Le cause del fallimento dell'esperimento furono 3:
  1. La Terra è ferma rispetto all'etere.
  2. Il braccio dell'Interferometro si accorcia nella direzione del moto in misura tale da compensare esattamente l'effetto atteso del vento d'etere sulla velocità del raggio di luce emesso nella direzione del moto orbitale della Terra (fu definita Contrazione Lorentz-FitzGerald).
  3. La velocità della luce è la medesima in tutte le direzioni.
 Albert Einstein, partì dalla terza causa e determinò che la velocità della luce sia medesima in tutte le direzioni indipendentemente dalla posizione dell'osservatore e tutto questo lo possiamo trovare nella Teoria della Relatività Ristretta del 1905.
Comunque Einstein, demolì la concezione Ottocentesca dell'etere, e lo cambiò in quello che lui chiama: Spazio-Tempo, descritto sia nella Teoria della Relatività Ristretta nel 1905 e nella Teoria della Relatività Generale del 1916.

MICHELE BESSO

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Albert Einstein e Michele Angelo Besso
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Michele Angelo Besso

Il punto focale di questa faccenda è Michele Angelo Besso, di origine Italiana e residente in Svizzera. Anche Besso era ebreo come Einstein. Conobbe Albert in una serata musicale a Zurigo e divennero amici per tutta la vita . Besso studiava Ingegneria al politecnico di Zurigo, invece Einstein studiava fisica.
Entrambi lavorarono all'ufficio brevetti di Berna e aiutò Einstein sia nella stesura della Relatività Ristretta sia in quella della Teoria della Relatività Generale.
Perché Besso è coinvolto in questa faccenda? Perché avrebbe avvertito Albert Einstein del lavoro che De Pretto pubblicò 2 anni prima nel 1903.
Einstein conosceva molto bene la lingua italiana perché la sua famiglia si trasferì qui in Italia e in particolare a Pavia, dove aprirono diverse industrie che però fallirono in seguito.
Il papà di Einstein, Hermann, venne tumulato a Milano nel 1902.
Però come già ho accennato, non esistono prove del fatto che Albert Einstein conoscesse il lavoro di De Pretto.

I PRESUNTI SOSPETTI SU EINSTEIN

Bartocci, analizzò l'opera di Einstein: "Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento" che menzionava per la prima volta la Relatività Ristretta e notò che constatava in 3 paginette su cui vi sono 10 paragrafi (5 sulla cinematica e 5 sull'elettromagnetismo), troppo poche per una scoperta rivoluzionaria. 
Peccato per il professor Bartocci, che Einstein abbia pubblicato non uno bensì 4 paper che fanno parte della raccolta: Annus Mirabilis Papers, pubblicati sulla rivista "Annalen der Physik".
Un altro presunto "sospetto" sia la mancanza di citazioni sulla letteratura scientifica, ma solo un ringraziamento all'amico Michele Besso.
Vero che Einstein non menzionò nessun altro scienziato, ma questo non è da definirsi una prova della sua presunta colpevolezza.

PERCHÉ DE PRETTO NON RIVENDICÒ MAI LA FORMULA ?

Perché Einstein non era ancora famoso e poi De Pretto non era un fisico vero e proprio, bensì un autodidatta, cioè studiò la fisica per conto suo senza frequentare un percorso accademico.
E poi Albert Einstein prese il Nobel nel 1921, ma non sulla Relatività, bensì sull'effetto fotoelettrico che aveva pubblicato nel Paper: "Un punto di vista euristico sulla produzione e la trasformazione della luce" il primo dei 4 articoli pubblicati sulla rivista Annalen der Physik.
L'effetto fotoelettrico si basa sull'emissione di elettroni da una lastra metallica dopo essere stati colpiti da una radiazione elettromagnetica. 
È il principio di base su cui funzionano le fotocellule delle porte scorrevoli che vedete nella vita quotidiana.
Olinto De Pretto stava aspettando la pubblicazione del suo libro:"Lo Spirito dell'Universo" che racchiudeva tutto il lavoro che lui pubblicò nel 1903.
Nello stesso anno in cui Einstein prese il Nobel e precisamente il 16 Marzo, De Pretto uscì dalla fonderia del fratello dove lui era il dirigente, una volta arrivato al cancello della villa dove abitava, incontrò una donna che tirò fuori una pistola e gli sparò diversi colpi. 
E fu così che Olinto De Pretto, andò incontro al tragico epilogo per assassinio, il movente della donna fu una controversia sulla società mineraria di cui Olinto né era il presidente.

L'ANALISI DELL'OPERA DI OLINTO DE PRETTO

Nel 1903 a 46 anni, Olinto De Pretto pubblicò il suo lavoro: "Ipotesi dell'Etere nella Vita e nell'Universo" e addirittura ottenne una sponsorizzazione dall'astronomo Giovanni Schiaparelli (famoso per aver osservato il pianeta Marte) e poi il conte Almerico da Schio nel 23 Novembre 1903 fece pubblicare al Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti la memoria di De Pretto che fu pubblicata nel febbraio del 1904.
Cosa parlava l'opera di De Pretto? Vi lascio qui la fonte.
De Pretto nella sua opera menziona molte volte l'Etere Luminifero e vuole correlarlo alla gravità, al calore del nucleo terrestre, nel mondo atomico, ai decadimenti radioattivi, alla vita e all'intero universo.
Invece Einstein aveva abbandonato la concezione Ottocentesca dell'Etere.
In particolare nella fonte, da pagina 85 fino a pagina 92 si parla dell'interazione dell'Etere con la materia. In particolare immagina le molecole dell'etere come se fossero dei proiettili che penetrano la materia per portare alla suddetta l'energia e che in seguito viene immagazzinata nella materia che reagisce all'etere e che quest'ultimo permana la materia.
De Pretto, aveva intuito che la materia avesse un'energia che derivava dall'etere e venisse immagazzinata sottoforma di "forza viva" che De Pretto intendeva:
"Tale somma di energia si trova nella materia sotto forma di forza viva, cioè di energia cinetica, poichè, il vecchio concetto dell'energia potenziale o di posizione, deve essere abbandonato, perchè senza significato" (pagina 91)
De Pretto ha avuto una sua intuizione che è questa:
"Ma tale deduzione ci conduce a risultati inattesi. Infatti, un chilogrammo di materia lanciato colla velocità della luce, rappresenta una somma di energia da non poterla neanche concepire. La solita formula mv2 ci dà la forza viva e la formula mv2 /8338 ci dà la medesima forza viva convertita in calorie. Dato adunque m =1 chilog. e v uguale a 300 milioni di metri, dividendo v 2 per 8338, si ottiene una quantità di calorie rappresentata dalla cifra di 10794 seguìta da 9 zeri, cioè oltre dieci milioni di milioni. Ora non è facilmente concepibile, coll'ordinario concetto che ci siamo formati cogli studi della chimica e della fisica, che, immagazzinata in un chilogrammo di materia qualunque, completamente nascosta a tutte le nostre investigazioni, si celi una tale somma di energia, equivalente alla quantità che si può svolgere da milioni e milioni di chilogrammi di combustibile il più ricco. Infatti, dato che un chilo di carbone sviluppi all'incirca diecimila calorie, la quantità suddetta di calorie rappresenterebbe un grande cumulo di carbone di oltre un milione di tonnellate; la dotazione, per così dire, di una intera miniera." (pagina 90)
e continua con questa parte "interessante":
"Nella materia vi ha adunque una immensa dotazione di energia, ma conviene aggiungere che essa si trova quasi interamente in equilibrio, rappresentata dagli aggruppamenti molecolari, atomici e ultra-atomici. Solo una piccolissima porzione di tale energia, una frazione infinitesima, si trova in equilibrio instabile, ed è quella che si rende manifesta colle affinità chimiche e con le altre manifestazioni che possiamo misurare e utilizzare." (pagina 91)  
 Insomma, De Pretto ha avuto un'intuizione sull'equivalenza massa ed energia, però:
"Nessuno vorrà facilmente ammettere che immagazzinata ed allo stato latente, in un chilogrammo di materia qualunque, completamente nascosta a tutte le nostre investigazioni, si celi una tale somma di energia, equivalente alla quantità che si può svolgere da milioni e milioni di chilogrammi di carbone; l'idea sarà senz'altro giudicata da pazzi."
 De Pretto, faceva parte degli Eteristi, ovvero quegli scienziati che sostenevano (come già accennato) l'esistenza dell'Etere Luminifero, questo mezzo materiale e impalpabile che permeava lo spazio e dove le radiazioni elettromagnetiche si diffondevano.
Nel XIX secolo, si conosceva solamente la natura ondulatoria della luce e non quella corpuscolare.
Sir Isaac Newton, aveva intuito l'esistenza dei fotoni, peccato che non aveva i mezzi per provarlo, per quello dobbiamo aspettare il XX secolo con l'avvento della Meccanica Quantistica dove venne individuato che la luce ha una doppia natura: corpuscolare e ondulatoria. Il corpuscolo è il fotone, indivisibile e privo di massa.

DIFFERENZE CON ALBERT EINSTEIN

Vero che entrambi ebbero la stessa intuizione, ma non è detto che sia stato De Pretto (anche perché non esistono prove a riguardo) a inspirare Einstein, ricordo che i tentativi di spiegare l'equivalenza massa-energia, hanno avuto molti padri come James Clerck Maxwell, Henri Poincaré, Hendrik Lorentz, Joseph John Thomson.
Vero che De Pretto menziona la velocità della luce, ma non la prese come una costante, invece Albert Einstein si, indipendente dal sistema di riferimento utilizzato, perché era partito dalla terza causa del fallimento dell'esperimento Michelson-Morley.
Anche perché la "v" nella formula di De Pretto, non è una costante, invece la "c" nella formula di Einstein lo è.
Einstein demolì la concezione dell'Etere come mezzo che utilizza la luce per propagarsi, ma lo modificò in quello che lui chiama "Spazio-Tempo" che spiega sia nella Relatività Ristretta che nella Relatività Generale.
Einstein, introdusse quella che si chiama "Energia della massa a riposo" che è data dal prodotto della "massa a riposo" che misura la massa di un corpo in quiete rispetto a un sistema di riferimento con la il quadrato della velocità della luce.
De Pretto si riferiva all'energia cinetica classica, invece Einstein a quella relativistica che è questa:
{\displaystyle K=(\gamma -1)\,mc^{2}}
Energia Cinetica Relativistica 
Dove:
\gamma
Fattore di Lorentz
E=mc^2, la formula che voi tutti conoscete, in realtà è incompleta, perché "E" rappresenta l'energia Relativistica, "m" la massa relativistica che è data dal prodotto fra la massa a riposo "m0" per il fattore di Lorentz e la velocità della luce al quadrato.
Quando noi oggi applichiamo la formula di Einstein partiamo da qui:
Formula di partenza
Quando abbiamo v=0, anche p=0 e quindi il componente riguardante il fotone si annulla e rimane la componente massa a riposo che è nota in tutto il mondo.

PSEUDOSCIENZE E COMPLOTTI

Nel mondo dei sostenitori delle pseudoscienze e dei complotti, Albert Einstein, è una bestia nera secondo in classifica, al primo posto abbiamo Charles Darwin.
In questi ambienti, circola una versione antiquata della fisica (quella Ottocentesca) che contempla l'Etere come mezzo su cui la luce si propaga e si divulga la Meccanica Quantistica con particolari termini presi fuori dal loro contesto.
Einstein è odiato per il fatto che era un ebreo e anche perché ha demolito la concezione di Etere a loro cara.
Bartocci, quando scrisse il libro, aveva espresso chiaramente che non esistono documenti o presunte lettere di Michele Besso che provano che Einstein sapesse del lavoro di Olinto De Pretto, ma solo delle supposizioni senza prove.
Invece codesti personaggi, hanno preso le supposizioni come se fossero fatti corroborati da prove e hanno iniziato ad applicare il Je t'accuse nei confronti di Einstein, accusandolo di plagio e di truffa.
Un altro fatto è che Einstein presentò il suo lavoro come una teoria, e temeva che poteva essere superata da un momento all'altro.
E qui entra in gioco il linguaggio comune che è largamente utilizzato in questi ambienti rispetto al linguaggio scientifico che è difficile da imparare.
Teoria, nel linguaggio comune, si intende qualcosa di ipotetico e un'opinione personale, ma nel linguaggio scientifico vuol dire tutt'altro:
"Formulazione sistematica di principi generali relativi a una scienza, arte o branca del sapere, e anche delle deduzioni che da tali principi si possono ricavare, nel loro insieme in grado di interpretare (per le scienze sperimentali) i fatti sperimentali noti e di prevederne di nuovi."
Citano spesso che Nikola Tesla (il povero scienziato messo sempre in mezzo da queste persone) avrebbe avuto dei dubbi nei confronti del lavoro di Einstein, ma è naturale, tutti i grandi geni sono scettici nei lavori di altri geni.
Molto spesso i sostenitori delle pseudoscienze, citano i detrattori di Einstein, senza sapere che nel mondo scientifico bisogna avere conferme anche a livello sperimentale, di cui entrambi le teorie della Relatività hanno avuto e i detrattori si siano ritrovati con un palmo di raso.
Non sanno che la Teoria della Relatività Ristretta abbia 114 anni, e quella della Relatività Generale 103, e da più di un secolo che si hanno conferme sperimentali, ma a loro non basta e devono a tutti i costi trovare dei sotterfugi per demolirle.
Dulcis in fundo, la Relatività Ristretta descrive tutti i fenomeni elettromagnetici che avvengono nel quotidiano e che testimoni nella nostra routine.

CONCLUSIONI

È giusto ricordare il contributo di Olinto De Pretto, per carità aveva schemi che oggi sono obsoleti come l'Etere Luminifero, ma ha avuto un'intuizione geniale che non è da molti averla e lo dico con assoluta sincerità.
Comunque, Einstein, fece un gran lavoro matematico per rappresentare l'equivalenza fra materia e energia arrivando alla formula che noi conosciamo.
Anche perché quella formula, rappresenta il lavoro di molti altri personaggi non solo di Albert Einstein e di Olinto De Pretto, ma anche di James Clerck Maxwell, di Hendrik Lorentz, di Joseph John Thomson e di Henri Poincoré, l'intuizione di Sir Isaac Newton.
Il merito deve essere distribuito in egual maniera fra tutti questi scienziati e non privilegiandone solo uno.
Per esempio, la formula della Forza Gravitazionale, non è stata composta da vari pezzettini ottenuti nelle varie epoche storiche da altri scienziati? Nessuno ha dimenticato il loro lavoro, ed è così che noi dovremo fare con la formula E=mc^2.

Bene Gaussiani l'articolo finisce qui e noi ci vediamo alla prossima










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